Alessandro Cau
Food addicted fish
di Riccardo Porceddu, Bio-Ecologo Marino c/o UniCa

Nella seconda metà degli anni 2000, sempre più saraghi maggiori (Diplodus sargus) risultavano essere immangiabili a causa della loro carne stopposa e dal sapore sgradevole.
Qualche tempo dopo si nota che tutti questi saraghi hanno una caratteristica in comune: il loro stomaco è ricolmo di un’alga verde!
Si tratta della Caulerpa cylindracea, originaria dell’Australia Sud-occidentale, giunta nel Mediterraneo probabilmente come altri “alieni” tropicali, grazie alle tratte commerciali, per mezzo delle acque di sentina e del fouling sugli scafi.
Già dai primi anni ’90 la comunità scientifica aveva notato la sua presenza lungo le coste della Libia e da allora ha proliferato in maniera incontrollata in tutto il bacino. Questa diffusione incontrollata ha provocato l'intossicazione di alghe indigene e in alcuni casi la graduale sostituzione delle praterie di Posidonia.
Il sarago maggiore, come altri animali che abitano il posidonieto, si ritrova a vivere su un nuovo pianeta, costretto a rovistare alla ricerca di prede in mezzo agli stoloni della C. cylindracea, al punto di cominciare a cibarsene, diventando “vegetariano”!
Numerosi sono gli effetti nocivi per l’organismo del sarago. Si studiano inizialmente i campioni ambientali dai quali risaltano indici di tossicità elevati, la carenza di omega 3 nelle carni, un accumulo di caulerpina, unica sostanza di C. cylindracea rilevata.
Successivamente gli studi passano in cattività, somministrando ai saraghi cibi arricchiti di caulerpina estratta.
Grazie a questi studi si viene a conoscenza che la caulerpina:
i) abbassa l’aggressività in un pesce territoriale come il sarago maggiore,
ii) riduce la quantità di omega 3, fonte energetica fondamentale per la sopravvivenza e la riproduzione,
iii) aumenta l’espressione del Neuropeptide Y nel suo cervello, causando un probabile squilibrio dell’omeostasi dell’organismo.
Ma ci deve essere una spiegazione per cui il sarago non possa fare a ameno di mangiare C. cylindracea...
Da qui nasce la nostra idea: provare a dimostrare che il sarago si droga!
Siamo andati ad indagare cosa avviene nel cervello del sarago maggiore trattato con Caulerpa cylindracea.. a quanto pare si possono osservare gli stessi effetti già riscontrati nei ratti usati per gli studi di neuroscienze dove vengono trattati con sostanze d’abuso come la morfina o il famoso THC della Cannabis!
Questo è il frutto di uno studio pilota che deve essere riconfermato, ma questo primo risultato ci lascia con moltissimi spunti di riflessione!
Uno su tutti è sicuramente l'impressione che la linea evolutiva dei vertebrati, dai pesci sino a noi mammiferi, possa aver mantenuto gli stessi circuiti cerebrali che si alterano nella dipendenza da sostanze d’abuso psicoattive.
Insomma, milioni di anni di evoluzione, ma la mela si sa, non cade lontano dall’albero! O in questo caso: la selezione naturale avanza, ma il vizio resta.
Il nostro risultato potrebbe dare un valore aggiunto e un peso maggiore a tutto ciò che è stato scoperto precedentemente da altri colleghi riguardo all’interazione tra Diplodus sargus e Caulerpa cylindracea, rafforzando l'ipotesi che l’impatto causato dall’alga aliena vada ben oltre ciò che è stato osservato sino ad ora.
...Stay tuned!!